martedì 22 maggio 2012

“La vittoria sarà più grande se gli scioperanti della fame muoiono”

di RONI SHEKAD per Ynetnews
Traduzione eseguita a scopo divulgativo, senza alcun fine di lucro, da Israele per Negati. (http://israelepernegati.wordpress.com/2012/05/08/la-vittoria-sara-piu-grande-se-gli-scioperanti-della-fame-muoiono-18/)

Khader Adnan, che ha rifiutato il cibo per due mesi prima che Israele acconsentisse a rilasciarlo, dice che lo sciopero dei prigionieri palestinesi sarà acclamato come una vittoria indipendentemente dal suo esito.

Gli ufficiali di sicurezza israeliani temonono che la morte di qualunque prigioniero palestinese in conseguenza dello sciopero della fame tuttora in corso, ormai giunto al ventunesimo giorno, possa scatenare un’eruzione di violenza nei territori, ha riportato il quotidiano Yedioth Ahronoth lunedì.
Circa 1.600 prigionieri palestinesi stanno protestando contro le condizioni del loro incarceramento, significativamente peggiorate mentre Gilad Shalit era tenuto in ostaggio da Hamas a Gaza. Fra le altre cose, i prigionieri chiedono che venga posto fine al regime d’isolamento, la fine delle detenzioni amministrative e il ripristino delle visite famigliari da Gaza. Chiedono inoltre che Israele consenta loro di seguire corsi universitari e che venga dato loro accesso ai canali televisivi arabi.
Il Servizio Penitenziario Israeliano ha acconsentito a restituire ai prigionieri alcuni dei loro privilegi, ma non ha accettato la loro richiesta di porre fine alla politica della detenzione amministrativa.
Bilal Diab, 27 anni, che rifiuta cibo e cure mediche da 70 giorni, è stato trasferito all’Assaf Harofeh Medical Center la settimana scorsa, a seguito del deterioramento delle sue condizioni.
Khader Adnan, il primo prigioniero ad aver intrapreso lo sciopero della fame, ha dichiarato “Dalla nostra prospettiva, lo sciopero della fame sarà considerato un successo in ogni caso, indipendentemente dal fatto che le richieste dei prigionieri vengano accolte o che questi muoiano in prigione”.
Adnan, che ha rifiutato il cibo per oltre due mesi, ha interrotto il proprio sciopero dopo che Israele ha autorizzato il suo rilascio dalla detenzione amministrativa.
“Se muoiono, la vittoria sarà più grande”, ha detto. “In ogni caso, Israele verrà ritenuta responsabile”.
Nel frattempo, il movimento per il jihad islamico ha minacciato di riprendere gli attacchi missilistici da Gaza su Israele se uno dei prigionieri dovesse morire.
Ziad Abu Ein, ministro deputato palestinese per le questioni dei prigionieri, ha dichiarato che la morte di uno dei prigionieri palestinesi innescherebbe la violenza nei territori. Stando a quanto ha riportato, gli scioperanti della fame hanno invocato il braccio armato di Hamas affinché rapisca soldati in modo da anticipare il loro rilascio.
Il ramo nord del Movimento Islamico in Israele ha fatto appello ai propri sostenitori perché digiunino lunedì in segno di solidarietà coi prigionieri.

7 maggio 2012

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